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Anno 2, N°49 - 18 Novembre 2015
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Rivestimento antibatterico degli impianti in ortopedia: una proposta di classificazione in un contesto in evoluzione
Romanò CL et al. Journal of Orthopaedic Surgery and Research (2015) 10:157
Abstract
I biomateriali protesici giocano un ruolo essenziale nella buona riuscita della chirurgia ortopedica, tuttavia le infezioni peri-protesiche rappresentano
ancora uno dei motivi principali di insuccesso con costi associati, economici e sociali, elevati. Al momento si ritiene che l'evento patogenetico scatenante
nello sviluppo di un'infezione correlata all'impianto sia la formazione di un biofilm che inizia immediatamente dopo l'adesione batterica alla protesi e che
protegge efficacemente i microrganismi dal sistema immunitario dellospite e dalla terapia antibiotica sistemica.
Una prevenzione razionale e moderna delle infezioni dei biomateriali dovrebbe quindi focalizzarsi specificatamente sull'inibizione sia dell’adesione batterica
sia della formazione del biofilm. Tuttavia le attuali misure preventive, nonostante siano in grado di ridurre almeno parzialmente le infezioni del sito
chirurgico, non sono specificamente mirate alla patogenesi delle infezioni biofilm-correlate e permane un'incidenza elevata di complicanze settiche,
in particolare in pazienti e procedure ad alto rischio.
Nell'ultimo decennio diversi studi hanno valutato le caratteristiche superficiali degli impianti in relazione alla loro capacità di limitare l'adesione
batterica, di inibire la formazione di biofilm e di avere attività battericida nei confronti dei biomateriali dell'impianto, anche se permangono notevoli
discrepanze tra le strategie di miglioramento proposte e quelle applicate alla pratica clinica, oltre alla mancanza di una metodologia che permetta di valutare
gli esiti in modo univoco.
In questo contesto, promettente ma complicato, si colloca l'articolo che propone una panoramica e una classificazione delle diverse tecnologie in fase di studio
o già sul mercato. In particolare vengono definiti:
1. I PSM (Passive Surface finishing/Modification): rivestimenti inerti che non rilasciano sostanze battericide nei tessuti circostanti, ma sono realizzati
in modo da prevenire o ridurre l'adesione batterica attraverso substrati chimici e/o modificazioni strutturali.
2. Gli ASM (Active Surface finishing/Modification): rivestimenti biologicamente attivi caratterizzati dall'essere costituiti da antibatterici pre-incorporati
farmacologicamente attivi
3. I LCC (Local Carriers or Coatings): carrier locali o rivestimenti di antibiotici, biodegradabili o meno somministrati nel momento della procedura
chirurgica, immediatamente prima o contestualmente all'impianto.
La classificazione delle diverse tecnologie potrebbe essere utile per poter confrontare meglio soluzioni diverse e migliorare la progettazione di test di
validazione, con l'auspicio di migliorare e velocizzare i processi regolatori in questo campo a rapida evoluzione.
(PER SAPERNE DI PIU'...)
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